martedì 5 ottobre 2010

Pai N'dorau: Pane Dorato Le Ricette Di Un Tempo

In sardo Su pai n'dorau significa letteralmente pane dorato. La definizione si riferisce al colore dorato che assume il pane raffermo, bagnato nell'uovo sbattuto con del sale e fritto. Ma non è di questo che voglio scrivere perchè la ricetta più o meno la conosciamo tutti.
Ogni infanzia ha i suoi sapori, ed è ai cibi che si legano a volte i ricordi.

Allora non avevamo più di sei o sette anni. Ed era sempre la solita storia. Verso il pomeriggio inoltrato, mia mamma con quella sua bella voce scintillante e chiara, ci invitava ad andare a trovare i nonni. Essendo io e mio fratello i più grandi, con undici mesi di differenza tra me e lui (io più grande) e gli altri due erano così piccini da essere esonerati, ci toccava incamminarci e andare a trovare i nonni.
Non che ci piacesse, avevano una casa piuttosto buia in cima ad una salita e quando arrivavi non ti mettevi a giocare e fare ciò che volevi, erano severi, all'antica. Ma erano affettuosi. Ci facevano accomodare negli scanni piccini, quelli per i bambini. Erano visite di cortesia. Non come coi nonni di oggi che i bambini trattano da pari. Allora ti accomodavi e stavi ben composto ed educato.
Non erano dei grandi chiaccheroni. Solite domande di rito, come state, cosa avete fatto a scuola, mamma cosa sta facendo. E mio nonno, quello che poi è vissuto più a lungo, perchè lei morì di li a qualche anno, preparava la merenda. Faceva tutto lui anche la spesa, da ex muratore nella casa non c'era mai un chiodo fuoriposto e sempre qualche lavoro in corso.
Durò fino a tardi così, fino a poco prima dei suoi novantatre anni: piccoli lavori di manuntenzione, le regolari imbiancature, la collezione di francobolli, le letture con la lente d'ingrandimento, i dischi nel vecchio giradischi, le girate con il motorino a far compere, anche quando c'era da comprare per uno solo e seduto dritto come pochi uomini sanno fare, guardava solo davanti a se e pensavi che era un pericolo pubblico autentico lasciarlo andare in giro con il garelli a ottantanni  suonati da parecchio.
Cucinava anche, in una cucina in muratura all'antica, con gli sportellini di metallo sul davanti, prima ci si infilavano le braci e si cucinava sopra . Poi con l'avvento delle cucine a gas, quelle in ferro smaltato a tre fornelli, ne acquistarono una e cucinavano li. Li preparava il pane indorau, la nostra merenda e noi si mangiava contenti davanti al grande camino.
E dopo qualche giorno si tornava.

(Sono andata a ricordo, forse alcune cose non sono del tutto esatte, come il funzionamento della cucina antica)

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Rosalba, il pane dorato non l'ho mai mangiato ma mi ricordo le visite ai nonni... Non erano formali come hai descritto tu ma ci si avvicinavano abbastanza, specie dai miei nonni paterni.

Rispetto ad oggi c'è un abisso, hai perfettamente ragione. I ruoli dei genitori, dei nonni e degli amici si fondono e si confondono, senza portare dei significativi vantaggi educativi, secondo me. Speriamo che si tirni all'antica!

:-)

Rosalba ha detto...

Diciamo che alcuni cambiamenti come l'allungamento della vita hanno determinato anche un cambiamento nel ruolo sociale dei nonni. Però è anche vero che nei bambini non c'è distinzione tra la tipologia dei rapporti. Non è questione di gerarchie ma di imparare a gestie modi diversi di interagire.

Grazie :-)

Il pane è facile da provare, alla prima frittura di fettine impanate.

Anonimo ha detto...

Rosalba secondo me il "problema" è che i nonni, mentre prima guardavano i nipotini adesso li crescono proprio perchè i genitori fanno orari troppo irregolari.
Questo genera una confidenza che prima era riservata ai genitori e che adesso si allarga anche ad altre figure di accudimento.

Il pane verrà provato a breve!!! :-)

Rosalba ha detto...

Si volevo confermare il tuo pensiero Emanuele, hai proprio centrato il problema :-) poi mi dici del pane ehehehe

Günther ha detto...

è un bel ricordo, anche io ho avuto un educazione piuttosto rigida, erano altri tempi tutto si è modificato anche il rapporto con i nonni, io avevo paura perfino ad avvicinarmi mi ricordo a mio nonn,o avevamo maggiore rispetto, non so se per paura o meno, però consideravamo i nonni i depositari del sapere della vita. Mi hai fatto venire un dolce feedback della vita di bambino, grazie

Rosalba ha detto...

E' vero Gunther, anche per me mio nonno sapeva un sacco di cose di come andava la vita. Tantissime ce le raccontava durante le nostre visite. Era molto bello. Grazie a te per aver apprezzato

Luciana ha detto...

Ciao Rosalba, il pane dorato lo conosco bene e mi ricorda i tanti pomeriggi passati a casa...mia madre ce lo preparava sempre, erano le merende di una volta!!! purtroppo dei miei nonni non ho ricordi perchè non ci sono stati durante la mia infanzia!!! un bacione :))

Rosalba ha detto...

Grazie Luciana, un bacione anche a te, ho visitato il tuo bel blog complimenti!

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